Il toponimo Civitella ricorre abbastanza frequentemente in Italia centrale e meridionale (C. Alfedena, C. Casanova, C. D’Agliano, C. del Tronto, C. di Romagna, C. in Vel di Chiana, C. Messer Raimondo, C. Paganico, C. Roveto e C. S. Paolo, per limitarsi ai nomi di comuni). In Costa di Amalfi, ovvero versante sud dei Monti Lattari, sono a me noti due casi: uno a Lone e uno ad Agerola. Né l’uno, né l’altro sono presenti sulla cartografia topografica ufficiale (Tavolette 1: 25.000 dell’Istituto Geografico Militare e Carta Tecnica Regionale della Campania 1: 5.000), ma in entrambi i casi il toponimo è giunto a quelli che oggi vi abitano o vi possiedono beni, tramandato sia a voce che attraverso atti notarili.
Il luogo agerolese detto La Civitella si trova all’estrema periferia sud-ovest del territorio comunale, lungo la millenaria mulattiera che è ora nota come Sentiero degli Dei.
Stralcio della carta topografica 1 : 5000 (CTR Campania, foglio Praiano). Il cerchio rosso indica la zona de La Civitella. La freccia gialla indica, invece, il complesso di S. Domenico.
Si tratta di una porzione del versante sud della Punta di Paipo (766 m s.l.m.) che è posta a 600 – 650 metri s.l.m. tra la località I Cannati, ad ovest, e la sella di Colle la Serra ad est.

Vista dal mare (sud) dl versante montuoso attraversato dal Sentiero degli Di, lungo il quale si trova la località La Civitella.
Molto interessanti sono l’origine e il significato del toponimo, specie per le indicazioni storico-archeologiche che se ne ricavano. Dato che sul piano formale Civitella è diminutivo di Civita, è il caso di ricordare che civita deriva dal latino civitas, vocabolo che originariamente significava ‘cittadinanza’ (ossia la comunità dei cives ‘cittadini’), ma che già in epoca classica assunse il senso materiale di ‘città’.
Fu nel corso del Medioevo che il termine generò dei toponimi (Civita, Civita Campomarano, Civita Castellana, Civitavecchia, ecc) il cui significato fu normalmente quello di ‘area con resti di un’antica città’ (in particolare della sua cinta muraria).
L’esempio a noi più vicino lo si ha a Pompei, dove viene chiamata Civita una vasta porzione della bassa collina sulla quale sorse la famosa città distrutta dal Vesuvio nel 79 d.C. In quella occasione su Pompei caddero da 4 a 6 metri di pomici e ceneri vulcaniche, ma non tutto fu seppellito. In particolare, gli alti ruderi delle turrite mura urbiche rimasero in parte visibili per secoli, ricordando alla popolazione locale che lì ci era stata una civitas.
Restando in Campania, mi sembra interessante segnalare anche il caso della Civita di Ogliara, nei dintorni di Serino (AV). In questo caso si tratta dei resti di un insediamento di epoca longobarda consistenti in cospicui avanzi di un circuito di mura e torri lungo complessivamente 2 km circa (vedi foto).

Serino (Avellino). Un tratto delle mura dellla Civita di Ogliara.
Per quanto riguarda i molti toponimi Civitella (+ eventuale specificativo) presenti in Italia, quasi tutti relativi a insediamenti di altura, credo che il motivo ispiratore tipico fu la presenza di un circuito di mura avvolgenti un’area di limitata estensione, così da potersi paragonare, almeno metaforicamente, a una ‘piccola città’ [1].
In qualche caso potrebbe trattarsi di ruderi di roccheforti pre-romane (ossia osco-sabelliche), ma di solito il termine ‘civitella’ fu usato per designare quei castelli di nuova fondazione (medievali, n.d.r.) che apparivano come ‘piccole civite’, sostiene Antonio Sciarretta [2]
Che il toponimo stesse a indicare un recinto fortificato sembra vero almeno per la Civitella di Amalfi, sita nella parte alta del casale di Lone e mostrante ancor oggi resti di mura perimetrali e di torrette [3] , mentre per La Civitella di Agerola sono ancora da produrre – tramite accurate indagini sul campo e negli archivi – evidenze che confermino l’ipotesi di un recinto fortificato medievale. Ipotesi che, come ho già scritto sul volume di Giuseppe Gargano “Terra Agerula” [4], , è confortata dall’antica denominazione (S. Maria ad Castra o a Castro) della vicina chiesa medievale che fu poi accresciuta con un piccolo convento e che oggi è meglio nota come di S. Domenico [5].
Ad ogni modo, dato che le abbondanti fonti archivistiche e bibliografiche disponibili per l’area amalfitana non menzionano alcun castello medievale nelle due località in questione, ritengo che la civitella tra Agerola e Vettica di Praiano, come quella di Lone di Amalfi, fosse piuttosto un ricetto.
I ricetti (del latino receptus, derivato di recipere ‘ricevere, accogliere’) erano dei recinti fortificati costruiti allo scopo di dare agli abitanti dei dintorni [6] un luogo sicuro ove rifugiarsi in caso di assalti bellici e incursioni piratesche.
Tipicamente, l’area racchiusa entro le mura dei ricetti alto-medievali era occupata solo in minima parte da edifici abitativi, dato che la popolazione vi si rifugiava solo per brevi periodi e le sistemazioni ad accampamento garantiva maggiore capienza..
Civitella Alfedena (AQ). Nata probabilmente come ricetto a servizio di Rocca Intramonti,quando il paese venne abbandonato dai suoi abitanti (fine del XIV – inizio del XV secolo) , il suo recinto si riempì di case e assunse più o meno l’aspetto attuale.
I ricetti sorti prima dell’introduzione della polvere da sparo e dei cannoni (secolo XV), specie se localizzati- come il nostro – in zona montana dove era impossibile portare catapulte e altre macchine belliche, dobbiamo immaginarli con mura di cinta abbastanza sottili (60 – 80 cm). Nessuna meraviglia, dunque, se oggi ne sopravvivono resti così miseri da essere riconosciuti solo mediante indagini molto attente.
NOTE
1 -Cosa per molti versi analoga concerne il vocabolo (e toponimo) Cittadella, che si affermò nel corso del Rinascimento per indicare un recinto fortificato costituente la parte più robusta e militarmente efficiente del sistema difensivo di una città;.
2 -Antonio Sciarretta –Cìvite e Città, in “Nomi di luoghi, storie di popli”. http://toponomastica.altervista.org / 24/05/2014(.
3 – Fiengo G., Abbate G. (1997), “La casa amalfitana e l’ambiente campano: III. Insediamenti medievali nel territorio di Amalfi: Lone“, Rassegna del Centro di storia e cultura amalfitana, n.s., VII, p. 13.
4 – A. Cinque, La toponomastica in uso nel Medioevo, Un tentativo di ricostruzione. In: G. Gargano, Terra Agerula. Centro di Cultura e storia amalfitana, Amalfi 2016, p. 57.
5 –Come può notarsi sulla mappa topografica presente a inizio articolo, detto complesso religioso si trova in territorio di Praiano, ma vicinissimo al sito de La Civitella.
6 – Nel caso della civitella di Agerola, la posizione geografica fa pensare che quel ricetto fu costruito a servizio degli abitanti di Vettica Maggiore e Praiano.