Dieci anni fa, i sotto il titolo “100 km di visibilità!” pubblicai su questo blog una mia foto che mostrava la sagoma del promontorio cilentano come la si vede da Agerola nei giorni più tersi dell’anno. La più lontana cima montuosa che si riusciva a distinguere quel giorno era il Monte Bulgheria, sito nell’entroterra di Marina di Camerota, circa 100 km a in linea retta a sudest di Agerola.
Se invece di guardare verso Sud, guardiamo verso Nord (dopo aver superato il traforo di Gemini o essere saliti sull’Alta Via dei Monti Lattari) tra le montagne più lontane che si vedono nei giorni di aria molto tersa [1] vi sono quelle del massiccio calcareo del Matese, tra cui il M. Miletto, massima elevazione della Campania coi suoi 2050 metri di altezza.
La foto che pubblico oggi è, per così dire, il reciproco di quest’ultima visuale; in quanto è presa dal Matese e guarda verso i Monti Lattari.
L’autore è il fotografo, giornalista e saggista Natalino Russo [2] che la scattò (così mi scrive inviandomela) nel 2004 “salendo sul Matese dal lato di San Gregorio. Nell’inquadratura si vedono le colline caiatine (ossia di Caiazzo e dintorni; spiego io, Aldo) e, sullo sfondo, il Vesuvio con alle spalle i Monti Lattari”. Le note di Natalino continuano dicendo: “C’era una nebbiolina bassa che si incastrava in lingue nelle valli e staccava i profili dei rilievi rendendo più evidenti i diversi piani. Ho provato più volte a ripetere questo scatto, ma sempre con poco successo, perché non ho mai più ritrovato le medesime condizioni atmosferiche, con ottima trasparenza in quota e la giusta dose di nebbia in basso,”
Come vedete, nel profilo dei Monti Lattari, da destra verso sinistra si distinguono: l’altipiano del Faito, le inconfondibili tre cime del M. S. Angelo a Tre Pizzi, la sella della Crocella, il Colle Sughero e la sella di S. Angelo a Jugo (oltre la quale, fuori scena, si erge il M. Cervigliano).
Lasciandoci a godere bellezza di questa immagine, ringrazio Natalino (grande amico dei Monti Lattari e di Agerola) per avermi concesso di pubblicarla e invito i lettori a visitare il suo sito, dove troveranno tante altre bellissime foto, con anche la possibilità di comprarne una copia.

Note
1 – Le più distanti in assoluto che io son riuscito a vedere sono i Monti della Meta (al confine tra Molise e Abruzzo), a circa 110 km di distanza. Seguono gli Aurunci (i monti alle spalle di Formia, le cui cime fanno capolino dietro le colline dei Campi Flegrei, a circa 93 km di distanza.
2 – Natalino Russo, che è anche un esperto speleologo e naturalista, ha lavorato con National Geographic, PleinAir, Dove, Itinerari e luoghi, Internazionale, Meridiani e Bell’Italia. Col gruppo La Venta ha realizzato spedizioni geografiche in Messico, Cuba, Venezuela, Brasile, Filippine, Iran e vari paesi europei. Per il Touring Club Italiano ha curato molte guide e libri illustrati. Per Skira ha coordinato i volumi fotografici ‘Nel cuore della Terra’ (2017) e ‘Una grotta fra terra e mare’ (2018). Con Ediciclo sono usciti ‘Nel mezzo del Cammino di Santiago’ (2010) e ‘Il respiro delle grotte’ (2013). Per Autostrade per l’Italia ha sviluppato il progetto ‘Sei in un paese meraviglioso’, dedicato all’Italia interna e visibile in tutte le aree di servizio. I suoi ultimi libri sono ‘111 luoghi di Napoli che devi proprio scoprire’ (Emons 2018) e ‘L’Italia è un sentiero’ (Laterza 2019).